Archivi del mese: Maggio 2013

SEGNALAZIONE. Poliscritture n. 9 a Roma

POLISCRITTURE LOGO 2

Lunedì 3 giugno alle 19

presso la libreria Minimum fax in via della Lungaretta 90/e

Roma

Presentazione del n. 9 di POLISCRITTURE

 semestrale di cultura critica e scritture plurali

 interamente dedicato a Franco Fortini

       interventi e letture di

 Ennio Abate, Marco Baleani, Daniele Balicco, Francesco Briscuso, Fabio Ciriachi, Marcella Corsi, Roberto Deidier, Salvatore Dell’Aquila, Loredana Magazzeni,        Roberto Renna, Anna Maria Robustelli

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Giuseppina Di Leo, Due poesie (maggio 2013).

di leo foto 2

Foto di Giuseppina Di Leo

FOGLI e FALLE

Dei tanti fogli

sparigliati a casaccio

sul nome, solo due

di essi restano eguali

sebbene in tante vite

mai nessuno

ricompose la diade

parola e dolore

divario aperto

da fine a inizio

resta da ricucire lo strappo

tra acqua e terra

tra vuoto e pieno

tra amicizia e amore

sé o sostanza o assenza.

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Alberto Accorsi, T34.

T34 
Banale geniale  geometria
ricchezza  dei poveri  cristi
col  piano inclinato [1]scivola
il colpo sul terreno gelato

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Ennio Abate, Sulla metrica 1.

metrica

La questione della metrica non sembra ricevere sufficiente attenzione su questo blog. E tuttavia mi sento di insistere a riproporla. Comincerò con alcuni miei interventi, pronto ad ospitare quelli di altri. Se in questo primo pubblico uno stralcio dell’intervista che mi sta facendo  l’amico Ezio Partesana sulla «poesia esodante», non è per esibire chissà quali competenze in materia. Anzi, intendo partire proprio ricordando la mia esperienza davvero conflittuale con questo fantasma, oggi controverso ma non del tutto svanito dalla poesia contemporanea. E scoprire  le mie carte, chiarendo da quale punto di vista e con quale  bagaglio culturale io parli della questione. Con la speranza che altri facciano lo stesso. Seguiranno altre mie riflessioni, già annunciate. Per ora su scritti di Ramous, Fortini e Giovannetti. [E.A.]

 

Partesana:

Ci sono due passi della tua analisi che mi paiono particolarmente interessanti e, forse, da chiarire meglio, e si tratta degli ultimi due, ovvero della zona lirico-poetica e l’accenno che fai alla metrica.

Cominciamo dal secondo e vorrei chiederti: nelle tue tesi non mi pare sia presente una particolare attenzione né alle forme della poesie (dal sonetto alla ballata, per intenderci) né alla metrica; è perché ti paiono discorso poco interessanti rispetto a una “poesia esodante” oppure vuoi cogliere l’occasione di precisare meglio il tuo punto di vista?

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Giorgio Linguaglossa, Su “Fuorivia” di Luigi Manzi.

Manzi Fuorivia
 Luigi Manzi, Fuorivia Ed. Ensemble, Roma 2013

Se leggiamo una poesia di Luigi Manzi tratta dal suo ultimo libro: Fuorivia, ci accorgiamo di quanto la sua poesia sia lontana dai concetti correnti di immediatezza, di soggettività, di reale, di poetico, di quanto sia estranea alla amministrazione da  elettrodomestico qual è diventato oggi lo «stile» cosmopolitico oggi maggioritario che mescola il privato alla cronaca del privato, la cronaca nera alla cronaca rosa, magari con un quantum di eventi politici; il soggetto è scomparso sostituito dal privato: c’è qui una trasfigurazione dello Spirito del tempo in qualcosa di al di là del «soggetto», qualcosa di irriconoscibile, quasi che a bordo della macchina del tempo gli abitanti del pianeta terra fossero stati precipitati in pieno medio evo:

Torno dove un tempo ero già stato. Da qui ti chiamo
senza voltarmi; vado incontro all’orizzonte
carico di nubi vorticose. Continua a leggere

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SEGNALAZIONE. Maria Grazia Trivigno, La musica e le partenze.

Accettura

Ti svegli il mercoledì mattina e ti sembra di non ricordare esattamente chi sei. Sbuchi in piazza ma il paese non è più lo stesso di poche ore prima, è sparito tutto. Il dubbio e il sospetto vengono spontanei, che nello spazio di poche ore centinaia di omini si siano messi all’opera nel buio, smantellando e dando una ripulita ad ogni cosa. Ma ciò che è più inquietante è chiedersi dove siano finite tutte le persone.  E dove sia finito il sole. Continua a leggere

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Pietro Peli, In memorie.

in memoria

BIGLIETTO DI SCUSE A MARGARETH (THATCHER)

Al miglior prezzo il funerale

che non può essere di Stato:

ma non sei tu nella bara, milady. Continua a leggere

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Lina Salvi, Poesie.

 salvi 2

Testi da Abitare l’imperfetto

Nel quadrilatero delle carceri le case

non hanno geometrie verticali

non hanno torri dipinte d’acciaio

tetti rigonfi di un seme

dune assolate

nel quadrilatero delle carceri

Giovanni giocava

alla prima guerra mondiale

nelle strade si assommavano

bambini a sassate Continua a leggere

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Enzo Giarmoleo, Quando un militante.

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Quando un militante

colombiano

arriva a Milano

anche se non è uno spacciatore

viene perquisito con fervore. Continua a leggere

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GLI ALTRI. “Ulisse”, n.16: Sulle nuove metriche.

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Il Web ha di buono che  offre una quantità di materiali in altri tempi irraggiungibili ai non addetti ai lavori. Tutto sta   a frenare la compulsione del “consuma e getta” e a selezionare, atto elementare di ogni vera critica. Riprendo  su questo blog il PDF della rivista on line “Ulisse” n. 16. Molte, forse persino troppe, le voci che intervengono sulla metrica contemporanea. Ciascuno/a scelga quella o quelle che ritiene interessanti e scriva, se vuole, la sua opinione nei commenti. [E.A.]

Per leggere il PDF

clicca qui sotto:

ULISSE_16 sulla metrica

L’Ulisse, rivista monografica di poesia, arti e scritture diretta da Alessandro Broggi, Stefano Salvi e Italo Testa

NUMERO 16: Nuove metriche. Ritmi, versi e vincoli nella poesia contemporanea

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Foma*, Scritti parapoetici.

???????????

A Velvet

Ti si accarezza con la mano,
in un verso lucido,
nell’altro opaco
come il vento preme e piega
le verdi setole dei prati,
e mai le spezza:
le sfiora,
ci gioca,
le sgualcisce,
le violenta. Continua a leggere

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SEGNALAZIONE. Lawrence Ferlinghetti al MANN.

ferlinghetti

COMUNICATO STAMPA

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici

di Napoli e Pompei

Lawrence Ferlinghetti al MANN 

Museo Archeologico Nazionale Napoli

Lunedì 20 maggio 2013 ore 17 Continua a leggere

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DISCUSSIONE. Giorgio Agamben, Benjamin e il capitalismo.

benjamin05

dalla rivista LO STRANIERO

1.  Vi sono segni dei tempi (Mt.16, 2-4) che, pur evidenti, gli uomini, che scrutano i segni nei cieli, non riescono a percepire. Essi si cristallizzano in eventi che annunciano e definiscono l’epoca che viene, eventi che possono passare inosservati e non alterare in nulla o quasi  la realtà a cui si aggiungono e che, tuttavia, proprio per questo valgono come segni, come indici storici, semeia ton kairon. Uno di questi eventi ebbe luogo il 15 agosto del 1971, quando il governo americano, sotto la presidenza di Richard Nixon, dichiarò che la convertibilità del dollaro in oro era sospesa. Benché questa dichiarazione segnasse di fatto la fine di un sistema che aveva vincolato a lungo il valore della moneta a una base aurea, la notizia, giunta nel pieno delle vacanze estive, suscitò meno discussioni di quanto fosse legittimo aspettarsi. Eppure, a partire da quel momento, l’iscrizione che  tuttora si legge su molte banconote (per esempio sulla sterlina e sulla rupia, ma non sull’euro): “Prometto di pagare al portatore la somma di …” controfirmata dal governatore della banca centrale, aveva definitivamente perduto il suo senso. Questa frase significava ora che, in cambio di quel biglietto, la banca centrale avrebbe fornito a chi ne avesse fatto richiesta (ammesso che qualcuno fosse stato così sciocco da richiederlo) non una certa quantità di oro (per il dollaro, un trentacinquesimo di un’oncia), ma un biglietto esattamente uguale. Il denaro si era svuotato di ogni valore che non fosse puramente autoreferenziale. Tanto più stupefacente la facilità con cui il gesto del sovrano americano, che equivaleva ad annullare il patrimonio aureo dei possessori di denaro, fu accettato. E, se, come è stato suggerito, l’esercizio della sovranità monetaria da parte di uno Stato consiste nella sua capacità di indurre gli attori del mercato a impiegare i suoi debiti come moneta, ora anche quel debito aveva perduto ogni consistenza reale, era divenuto puramente cartaceo.  Continua a leggere

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A proposito di Corrado Govoni.

Corrado-Govoni

Una riproposta di  G. Linguaglossa 

 

Dove stanno bene i fiori

 

I ciclami, nei chiostri di marmo.

Le ortensie, nelle rosse Certose.

Le margherite, nei prati.

Le viole, tra le foglie secche

lungo i fossi.

La malva, nelle pentole dei poveri, alle finestre.

Gli oleandri, nei vestiboli dei ricchi.

Le rose, dentro gli orti di campagna. Continua a leggere

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Emilia Banfi, Il respiro delle cose.

radio marelli

I

La vecchia radio stava sulla credenza
se l’accendeva  la sua voce era del legno
che la circondava, radica diceva sua madre,
se la lucidi un po’ sentirai meglio.
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Giuseppina Di Leo, Poesie.

Foto di Giuseppina Di Leo

da Dialogo a più voci. Poesie (1982 – 2008). – Ragusa : Libroitaliano World, 2009

Vacanza

Per dirtela in uno:

«Abbiamo perso!».

Perso per strada

i moralismi inediti

edulcorati allo zibibbo

pelucchi di matassa

i nostri fili sciolti

si allontanano segugi

seguendo onde impreviste. Continua a leggere

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